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Un’interrogazione parlamentare per il ridimensionamento del compenso per copia privata

La notizia

Il senatore Gianmarco Corbetta (M5S) ha presentato insieme ad altri colleghi un'interrogazione parlamentare al Ministro Franceschini, a fronte del recente insediamento del Comitato Consultivo Permanente sul Diritto d'autore che ha tra gli altri l’obiettivo di rideterminare il compenso per copia privata.


Con questa interrogazione parlamentare il gruppo di parlamentari intende chiedere la drastica riduzione del compenso ed un più “trasparente” meccanismo di aggiornamento periodico dello stesso.


Una breve premessa.

Il diritto a compenso per copia privata è stato introdotto dalla legge n. 93 del 1992 ed è frutto della tecnologia che ha consentito lo sviluppo massivo delle tecniche di riproduzione di materiali protetti, di fatto ledendo il controllo sull’opera degli aventi diritto.


Costituisce quindi un’attenuazione del diritto esclusivo di autorizzare la riproduzione di una fissazione di fonogrammi o videogrammi, nell’ottica di contemperare in particolare il diritto del consumatore che abbia acquisito legittimamente i supporti con quelli degli aventi diritto (artisti interpreti esecutori, autori e produttori che hanno diritti esclusivi sull’opera e sulla sua fissazione).


Il compenso dovuto ricade sul prezzo di vendita del supporto vergine e degli apparecchi atti alla riproduzione (masterizzatori, registratori, chiavette usb, smartphone, etc.) che a monte è anticipato da coloro che fabbricano o importano apparecchi e supporti per la riproduzione.

Il ruolo della SIAE

I fabbricanti di supporti e apparecchi per la riproduzione versano il compenso alla SIAE, che poi ripartisce il compenso nella misura del 50% agli autori, 25% produttori e 25% aie.


Il Senatore Corbetta sostiene che sia venuto meno il fondamento di questo meccanismo, che si rivela oggi come una sorta di “tassa” destinata senza ragione a gravare ingiustificatamente su tutti i consociati.

Invero, oggi, a distanza di più di 25 anni dall’introduzione, è minima se non inesistente la necessità di compensare autori, artisti e produttori rispetto alla copie private, semplicemente perché non se ne fanno più.

Il consumo "smaterializzato" dei contenuti creativi

A dire il vero il consumo di contenuti creativi oggi avviene in via smaterializzata, senza la necessità di supporto fisico, vieppiù nella direzione dello streaming piuttosto che del downloading, anche questo sempre più abbandonato.

Non resta che attendere l’evoluzione della questione.


Per saperne di più: link

di Giorgia Crimi

pubblicato su dirittodautore.it


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